IMPLANTOLOGIA
OSTEOINTEGRATA - DOMANDE FREQUENTI:
Cosa
sono gli impianti dentali?
Gli impianti dentali sono radici artificiali in titanio
che vengono posizionate nell’osso mascellare o mandibolare per sostituire
le radici degli elementi dentari mancanti.
Gli
impianti dentali devono essere certificati?
Si, come stabilito dalla legge italiana del 13/06/98 gli impianti
utilizzati dal nostro studio sono presidi chirurgici certificati,
conformi agli standard di qualità stabiliti dalla Comunità Europea
a tutela dei pazienti e dei chirurghi implantari.
Quali
sono i pazienti candidati ad un intervento di implantologia?
I pazienti che possono beneficiare di un intervento di implantologia
rientrano nelle seguenti categorie:
-
giovani che hanno concluso la fase di crescita, cioè dopo 18
anni, a cui mancano, perché non erotti in quanto assente il
germe dentario, alcuni denti permanenti
-
pazienti che in seguito a trauma hanno perso alcuni denti
-
pazienti che hanno già eseguito in passato riabilitazioni orali
estese con ponti fissi che necessitano di rifacimento, i cui pilastri
(denti su cui si appoggia il ponte) non danno garanzia di durata
-
pazienti portatori di protesi rimovibili parziali (scheletrati) o
totali (denterie) che per ragioni funzionali, estetiche o psicologiche
necessitano di una protesi fissa
-
Non ci sono limiti di età, tuttavia si deve valutare caso per
caso la reale condizione psico-fisica
Quali
vantaggi offrono gli impianti dentali?
Nel
caso della sostituzione di uno o pochi elementi dentali i principali
vantaggi rispetto a un ponte tradizionale sono:
il
mantenimento dell’integrità dei denti adiacenti alla
zona edentula, evitando di protesizzare ed eventualmente devitalizzare
denti sani.
Il mantenimento dell’osso alveolare in corrispondenza degli
elementi sostituiti da impianti, che andrebbe incontro altrimenti
a riassorbimento. L’impianto infatti stimola e preserva l’osso
come la radice di un dente naturale.
Nel caso di riabilitazioni più estese i principali vantaggi
della protesi su impianti rispetto a una protesi mobile parziale o
totale sono:
il ripristino della capacità masticatoria che diventa più
simile a quella dei denti naturali, con conseguenti benefici nutrizionali
e digestivi. Potersi alimentare in modo adeguato è molto importante
a tutte le età, ma soprattutto nei pazienti “non più
giovani”.
Il mantenimento delle normali funzioni muscolari facciali, con recupero
di un aspetto più giovanile e naturale del viso.
L’arresto del processo di riassorbimento dell’osso mandibolare
o mascellare conseguente alla perdita dei denti naturali ed all’eventuale
uso di protesi mobili.
L’assenza di infiammazione gengivale e di dolore correlato all’instabilità
di protesi non adeguate o non frequentemente ribasate.
Maggior sicurezza nel parlare e nel sorridere.
È
sempre possibile ricorrere all’implantologia?
Ogni
singolo paziente deve essere esaminato attentamente in quanto devono
esistere delle condizioni ben precise che consentano di utilizzare
questo tipo di trattamento. La condizione principale è la presenza
di una sufficiente quantità di osso per l’inserimento
dell’impianto. Per tale valutazione oltre alle tradizionali indagini
radiografiche (radiografie endorali, ortopantomografia) al paziente
potrà essere richiesta una TAC, con o senza l’utilizzo di apposite
mascherine con reperi radiografici, per una rappresentazione precisa
e tridimensionale della porzione dell’ osso in esame.
Un’altra condizione basilare è che il paziente NON sia affetto
da parodontopatia IN FASE ATTIVA. Una diagnosi attenta e
un’adeguata terapia parodontale permetterà di sottoporre sucessivamente
ad interventi di implantologia anche questa fascia di pazienti.
Il fumo è un altro importante fattore da considerare:
recenti ricerche cliniche dimostrano come il fumo abbia effetti negativi
sia a livello parodontale che implantare. I pazienti che fumano
più di 10 sigarette al giorno devono essere valutati con
molta prudenza.
Infine si ritiene idoneo all’implantologia esclusivamente
il paziente in grado di mantenere una scrupolosa igiene orale domiciliare
e osservare i controlli periodici stabiliti.
Nel
caso non ci sia sufficiente osso si può comunque eseguire la
chirurgia implantare?
Di solito è possibile ricorrendo prima a tecniche di incremento o
rigenerazione ossea. L’osso infatti può essere ricostruito mediante
tecniche rigenerative più o meno complesse, che prevedono l’utilizzo
di membrane osse, innesti d’osso o altri materiali biocompatibili.
Nei casi più semplici questi interventi vengono eseguiti contestualmente
all’intervento di posizionamento dell’impianto. Nei casi di grave
atrofia ossea è necessario un primo intervento per ricostruire l’osso
e sucessivamente un nuovo intervento per il posizionamento degli impianti.
L'intervento di implantologia è dooloroso?
No. Si opera in anestesia locale utilizzando anestetici
appositamente sviluppati per la chirurgia orale. Tali anestetici sono
molto efficaci e producono una profonda anestesia. Il paziente
non avverte alcun dolore. Terminata la fase chirurgica verranno
prescritti farmaci analgesici-antiinfiammatori in grado di controllare
efficacemente l’eventuale insorgenza del dolore post-operatorio.
Esiste la possibilità di rigetto?
No, perché il titanio è un materiale assolutamente biocompatibile,
in quanto del tutto inerte dal punto di vista biologico. Esiste invece
la possibilità di fallimento implantare che può verificarsi
immediatamente oppure a medio-lungo termine.
Il
fallimento implantare immediato (mancata osteointegrazione
dell’impianto prima della fase protesica) è un’evenienza estremamente
rara, dai dati pubblicati dalla letteratura scientifica gli insuccessi
immediati rappresentano il 2-3% dei casi. Proprio per contrastare
questa evenienza nel caso di riabilitazioni estese o di protesi fisse
di più denti su impianti in fase di programmazione chirurgico-implantare
la progettazione prevede un numero totale di impianti tale da consentire
di avere un “margine di sicurezza” su cui contare in caso di insuccesso.
Il
fallimento implantare a medio-lungo termine può essere invece
causato da un non corretto mantenimento dell’impianto. È fondamentale
che il paziente si sottoponga a controlli periodici e che curi scrupolosamente
la propia igiene orale. Durante la fase di mantenimento parodontale
e implantare che si articola in 3-4 richiami nell’arco dell’anno,
il paziente oltre alle normali procedure di igiene orale professionale
sarà sottoposto ad uno scrupoloso controllo clinico ed eventualmente
radiografico.
Quanto dura un impianto dentale?
Quando un impianto si è integrato con l’osso non c’è limite alla sua durata
purchè il paziente mantenga una scrupolosa ogiene domiciliare e si sottoponga a controlli periodici.
Si può reintervenire a livello delle protesi fissate agli impianti?
Si: tutte le protesi su impianti sono fissate
agli impianti stessi mediante viti o cementi particolari e possono essere rimosse dal protesista
qualora se ne rilevi la necessità. Dopo un certo periodo di utilizzo le protesi necessitano di essere rifatte,
utilizzando comunque come supporto gli impianti preesistenti. La necessità di rifare le protesi dipende dal loro
grado di usura che è correlabile sia al materiale con cui è costruita
la protesi e sia alle condizioni cliniche di ogni singolo paziente.
Quali possono essere i rischi e le complicanze tardive delle riabilitazioni su impianti?
Le
complicanze delle riabilitazioni su impianti sono rare, tuttavia si
possono verificare negli anni alcuni inconvenienti di carattere infiammatorio
o meccanico. In caso di non adeguata attuazione delle necessarie manovre
di igiene orale domiciliare o inosservanza dei controlli periodici
stabiliti gli impianti, come del resto i denti naturali, possono andare
incontro a fenomeni di infiammazione causati dalla placca batterica
e il tartaro. Le infezioni batteriche (periimplantiti) non trattate
possono progredire fino alla perdita dell’impianto. Per cui al minimo
fastidio o dolore il paziente deve richiedere una visita di controllo.
Casi iniziali di periimplantiti sono facili da curare! Le protesi
definitive vengono fissate agli impianti mediante viti o cementi particolari.
Può accadere che con la prolungata funzione e l’usura le viti di fissazione
delle protesi possano svitarsi o fratturarsi o che il cemento con
cui è fissata la protesi possa perdere la sua funzione di ritenzione.
In questi casi le protesi cominciano ad avere una certa mobilità ed
anche in assenza di dolore o fastidio le protesi devono essere immediatamente
riavvitate o ricementate, per cui è molto importante che il paziente
richieda una visita di controllo.
Come si può contribuire al buon esito di un impianto?
È
nell’interesse del paziente seguire scrupolosamente la tabella dei
richiami fissata dal clinico e fornire notizie di eventuali cambiamenti
dello stato di salute generale. Con un impegno medio di 3-4
controlli annuali e mantenendo una costante e corretta igiene
orale domiciliare si preservano a lungo sia gli impianti che i manufatti
protesici.